Il presidente di Puffin Sup ci racconta come è nata questa passione.
Ciao a tutti mi chiamo Stefano Manuini e sono un Mantovano DOCG dal 1986.
Non sono una bottiglia di vino ma sono un ragazzo cresciuto per i miei primi 26 anni nella pianura padana " nebbia me geniut". Quest'introduzione mi occorre per farvi comprendere che appassionarsi allo Stand up paddle non sarebbe stato facile senza un trasferimento obbligato sulle meravigliose sponde del lago di Garda. Questo grande cambiamento è avvenuto per motivi lavorativi, infatti ho lavorato per 7 anni per Apple, ma come tutte le cose belle prima o poi doveva .....................................................finire.
Fin da piccolo l'amore per l'acqua era evidente. Se questo post lo stesse scrivendo mia Mamma Milva direbbe " Stefy, quando eri piccolo le persone mi chiamavano per sapere quando ti avrei fatto fare il bagnetto nella vasca " " Eri uno spettacolo!". Ma visto che quest'articolo è scritto da me vi diro' che il primo ricordo che ho con l'acqua è stato quando sono stato lanciato in una piscina e mi è stato detto " ora nuota " #graziemamma.
Se vi sto scrivendo sono sopravvissuto a questa prova del fuoco e non ne sono rimasto traumatizzato come sarebbe lecito pensare, anzi 😀
Prima del sup è arrivato il surf.
Chiamarlo colpo di fulmine sarebbe sbagliato, perché il surf è stata la conclusione di un piano studiato nei minimi dettagli. Passavo ore a guardare video su YouTube. Ero affascinato da quel minuetto di figurine stilizzate che si alzavano e si abbassavano in controluce sotto il sole, ballerini in calzamaglia di neoprene che disegnano con i loro bianchi pennelli figure lineari su onde che nascono dal nulla. Surfisti!
Quando insieme ad un ex collega già surfista decidemmo di prenotare il mio primo surf trip a Fuerteventura, decisi che dovevo arrivare preparato all' evento. Con decisione mi iscrissi un anno prima della partenza ad un corso di nuoto per migliorare acquaticità, apnea e resistenza, perché si sà, che il primo approccio con un nuovo sport è spesso solo frustrazione e fatica. Spesso ci si dimentica che la frustrazione fa parte del surf, vive nella sua filosofia.
La mia prima onda
Il corso di nuoto era stato utile perché potevo passare ore ed ore in acqua senza stancarmi, provando e riprovando ad alzarmi in piedi su quella tavola enorme schiaffeggiato in continuazione dalle onde ( schiume con il senno di poi ) vorticose e turbolente.
Il Desiderio e la voglia di alzarsi su quella tavola erano impressi nella mia mente, non riuscivo a pensare ad altro, sentivo solo lo scoppiettio delle bolle intorno a me ed il cuore che pompava adrenalina in tutto il mio corpo. Ero pervaso dalla convinzione di potercela fare.
Mi alzai in piedi e scivolai sulla mia prima schiuma.
La sensazione è ancora viva oggi, sentii una presa poderosa prendere il controllo del tail della mia lunghissima longboard, subito dopo la sensazione era quella di essere stati spinti da braccia invisibili verso la spiaggia.
Proiezione mentale: Surfai quella mia prima onda perfettamente per minuti interminabili.
Realtà dei fatti : Surfai la mia prima schiuma goffamente per pochi secondi.
“Da quel giorno la frittata era fatta, le priorità erano state scombinate, ed io ero stato stregato dal surf ”
Tornato in italia iniziai subito a cercare qualcosa per riempire quel vuoto lasciato dal surf. Quel piccolo mostriciattolo che abbiamo dentro noi surfisti che si nutre di acqua, adrenalina e onde andava nutrito.
La scoperta del Sup sul Garda
L'attività che sembrava poter sfamare il desiderio del surf si presentò dopo una breve ricerca. Potevo fare Sup sul Garda. Trascinai subito Francesca ( all'epoca ancora terrorizzata dai pesci ) al nostro primo corso, era aprile e vi assicuro che anche se l'acqua non era caldissima le cadute dalla tavola non mancarono, ma grazie ad un bravissimo istruttore finimmo il corso, eravamo " Suppisti " del Garda.
Continua con ...
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