top of page
Immagine del redattoreMattia Arosio

Cogito ergo Sup

Aggiornamento: 19 gen 2021


“Ciao, sei tu Stefano? Piacere sono Mattia, quello nuovo di Milano. Mi hanno detto i ragazzi del backstage di chiedere a te per andare a surfare giovedì all’alba a Pisenze” “Ciao, ma certo! Hai mai surfato??” “No mai, anzi, non ho proprio mai avuto nessun tipo di rapporto con le tavole, scio e me la cavo anche con i pattini ma tavole zero!” “Allora ci divertiremo di sicuro!!”



Quel giorno Manu era stato di parola. Mi ero appena trasferito per lavoro da Monza alla splendida Desenzano e anche io come Stefano ero un Appleiano . Sì, cosi ci chiamavamo quando ci trovavamo in gruppo fuori lavoro. In quel periodo mi stavo ancora ambientando in store e quel mercoledì sera ero carichissimo di provare la tavola per la prima volta. In fondo ci credevo poco che si potessero davvero vedere le onde sul lago di Garda e andavo più che altro per farmi due risate in compagnia.


Mi svegliai alle 4 e alle 4.20 ero lì, di fronte all’Isola dei Conigli.

Non credevo ai miei occhi, le onde c’erano e questi erano davvero cazzuti! Era ancora buio e loro erano già in acqua a cavalcare il Peler. Misi la muta che mi avevano portato e mi tuffai. Ricordo solo una valanga di risate e un'alba di quelle che non c'è bisogno di avere buona memoria per ricordare. Da quel giorno per Lollo, Manu e Mathias io ero quello che alla prima uscita aveva perso la Go Pro in acqua e a momenti andava in ipotermia per cercarla tra le onde.

Mi era piaciuto anzi ero “in gallina”.


Amo lo sport, da sempre. Posso dire di aver passato buona parte della mia vita a correre dietro ad una palla a spicchi; ma da quando ho mollato, forse un po’ troppo presto, cerco di cimentarmi in qualsiasi sport che mi faccia rivivere per qualche istante quei momenti, quello spirito di gruppo che con sacrificio condiviso porta alla semplice gratificazione personale di aver raggiunto un nuovo obiettivo. Ora il mio obiettivo era imparare a stare su una tavola, quei ragazzi del lago non facevano altro che parlarmi del Sup e dopo una sola uscita iniziai a capirne il perchè. Per qualcuno se parli di Sup ti risponde: “intendi quello sport da vecchi?”.. di sicuro non sono mai usciti con Manu e Lollo!! Credo ci siano tanti modi di fare SUP, si può uscire e godersi la natura a favor di vento pagaiando come se fosse una passeggiata o si può sudare la canotta, far fatica, quella vera.



Nei due anni in cui ho vissuto a Desenzano amavo uscire, mettere la mia tavola sul tetto della macchina e farmi qualche pagaiata come si deve prima di andare al lavoro. Mi faceva sentire vivo, pieno, centrato. Un altro momento che non posso dimenticare sono i tramonti sul Sup. In quegli anni vivevo a Rivoltella e avevo la fortuna di avere a soli 100 metri da casa il porticciolo da dove mi immergevo, al termine di ogni allenamento galleggiavo fino a quando il sole si perdeva dietro la collina dell’ospedale e le zanzare si facevano insopportabili da resistere. Serate che puoi fare solo quando vivi da solo e non hai orari né regole. Mi perdevo nei miei pensieri (sono un tipo molto riflessivo) e se è vera la teoria di Cartesio: “Cogito ergo sum”, ecco, io forse in quel momento “Cogito ergo Sup". L’equilibrio sulla tavola si trasformava in pace interiore, connessione con ciò che mi circondava, panacea dove trovare il tempo per ascoltarmi e farmi i miei viaggi.



Manu e la Cesca in quei due anni sono stati un po’ come una seconda famiglia, la sera si finiva di lavorare e si cenava spesso insieme programmando la prossima uscita. Si stava fino a tardi con il piccolo Sam a provare l’equilibrio sulla balance board o magari un aperitivo con 4 birrette e due pizze al trancio sulla vecchia barca da pesca scandinava. Ricordo sere giù nel box fino a tardi a scartavetrare quella mia tavola enorme raccattata da un cugino di terra

che per le sua dimensioni chiamavamo il Merdone (cit. BELLA VITA).




Quanti “lungo costa” ci siamo fatti io Lollo e Manu! Chiaro, sempre “lungo costa” perché in lago aperto un monzese di terraferma si caga 💩. Poi ho conosciuto la mia Alice, la mia Ali che per tanti mesi veniva appena poteva a trovarmi sul Garda. Ci siamo innamorati e insieme ci siamo goduti questo spicchio di lago. Abbiamo organizzato un sacco di uscite su quel merdone sul quale ogni volta che mi giravo a guardarla come pagaiava la trovavo a testa in giù a tentare di fare yoga.



Abbiamo festeggiato il mio compleanno con un escursione Puffin, secondo me tra le più fighe, il giro con guida d’eccezione della penisola di Sirmione. Ecco, magari assicuratevi non sia il giorno della gara di triathlon o vi troverete in balia di centinaia di nuotatori come fosse la tonnara di Carloforte.


Oggi mentre scrivo questa parole stiamo vivendo un’esperienza difficile ed intimamente provante; siamo chiusi in quarantena e mi trovo a rivalutare le nostre priorità. Metto in discussione il mio modo di affrontare la vita, la mia quotidianità e gli obiettivi da perseguire nel tempo che abbiamo. Sposto lo sguardo dal mio Mac e sul foglio dove io e Ali abbiamo deciso di appuntarci le cose che non vediamo l’ora di fare quando tutto sarà finito mi rendo conto in quell’ultima nota che il Sup e quelle persone del lago sono alcune di quelle cose che ti rimangono nel cuore. A presto ragazzi.


170 visualizzazioni1 commento

Post recenti

Mostra tutti

1 Comment


Ho fatto con Stefano una lezione dietro consiglio di......(non lo posso dire ehehehehe) e devo dire che mi sono trovato immediatamente in sintonia....pratico, veloce, facile, diretto, senza troppi pipponi e' passata un'ora all'insegna del divertimento senza tralasciare l'apprendimento..... Per me che non sono proprio uno sbarbato la strada e' lunga ma di certo tornerò' presto perche' mi sto appassionando a questo sport che ti fa notare cose che in barca o a riva non noteresti mai.......... Grazie ancora

Like
bottom of page